Gisella Langé e il CLIL
- Sabina Magagnoli

- 21 mag 2022
- Tempo di lettura: 1 min

Gisella Langé si occupa di Content and Language Integrated Learning (CLIL) con passione e dedizione fin dagli anni '90. Il suo è un approccio alla didattica delle lingue che prevede l'apprendimento delle discipline scolastiche in una lingua straniere e si basa quindi sui contenuti, che vengono elaborati applicando il concetto di "Learning by doing". Erede della metodologia glottodidattica nozionale-funzionale, il CLIL non ha un unico modello di riferimento perché le sue applicazioni, grazie alla grande versatilità e al plurilinguismo dei progetti realizzati nel mondo, sono molto varie. Ha però tratti comuni: è caratterizzato dall’immersione linguistica, in quanto gli insegnanti che lo praticano si rivolgono agli studenti principalmente nella L2, ed è incentrato sullo studente. I vantaggi del CLIL sono molteplici: permette di realizzare compiti di realtà autentici, migliora le opportunità di comunicazione e promuove l’interdisciplinarietà.
Riuscire ad integrare la didattica dell'inglese con dei contenuti trasversali non immediatamente riferibili a singole discipline è un obiettivo che perseguo da tempo. Per progettare i contenuti dell'Inglese Sistemico ho attinto a fonti esistenziali, etiche, biofiliche, non violente e non ostili, e li ho sviluppati con percorsi orientati alla scoperta di sé e della relazione col resto del mondo e con l'ambiente. Il framework del CLIL mi permette di sperimentarli, per una glottodidattica che risponda ai bisogni più veri degli adolescenti.
Ho incontrato Gisella Langé a Didacta 2022, in occasione della presentazione dell'evoluzione del metodo CLIL, il PTDL o Pluriliteracies Teaching for Deeper Learning. Nella foto Gisella Langé e la scrivente Sabina Magagnoli, a Didacta 2022.




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