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Oslo, un eccezionale laboratorio di mobilità sostenibile

Aggiornamento: 17 nov 2019


Bellissimo servizio Rai di Alessandro Mancina e Fabrizio Lazzaretti. Oslo ci mostra con i fatti che cambiare è ancora possibile ed è uno splendido esempio da approfondire per le scuole di progettazione, ingegneria, gli istituti che studiano la sostenibilità, l’urbanizzazione, la logistica…

Grazie di cuore ai realizzatori del video e ai suoi protagonisti.



Sintesi delle informazioni importanti:

Oslo, la capitale verde europea, si è impegnata a raggiungere emissioni zero entro il 2030 ed è la prima città al mondo senza auto: 800 posti auto sono stati trasformati in spazi per pedoni, verde pubblico e mobilità sostenibile.

In questo servizio televisivo Terje Elvsaas (Communication Car-Free Programme Oslo) mostra i vantaggi dell’eliminazione delle auto dalle città e la divisione fra zone completamente pedonali e zone dove possono passare bici o trasporti per l’esclusivo rifornimento dei negozi. Il risultato è una città molto più vivibile, con 400.000 pedoni in più in un solo anno, anche perché i parcheggi per le auto sono stati sostituiti con panchine pubbliche e alberi. Tutti i cittadini si sono adeguati, anche le grosse aziende del centro, come l’IBM, che hanno sostituito il loro parcheggio auto con uno per bici.

Sirin Stav, Assessore ai Trasporti del Comune di Oslo e Membro del Partito del Verdi (secondo partito politico in Norvegia) è una delle artefici di questo cambiamento e sta facendo rete con Parigi, New York e Madrid, che stanno trasformando anche i loro centri urbani in questo senso.

Anders Dynge, Project Manager Ruter, e Kristoffer Westad, Adviser Azienda Trasporti Ruter, illustrano il loro sistema di bus elettrici, alcuni senza conducente, e annunciano che entro il 2028 tuta la flotta di Oslo sarà a emissioni zero. Il capolinea degli autobus è anche una stazione di ricarica che in 7 minuti, con una potenza di 400 kw, permette ai bus di ripartire per la loro corsa, e concluderla nel deposito per autobus elettrici più grande d’Europa (ne stanno realizzando altri sei). Anche i traghetti navigheranno con motori elettrici, e i taxi saranno tutti a emissioni zero entro il 2023.

Sture Portvik, Project Leader Mobilità Elettrica del Comune di Oslo spiega che comprare un’auto elettrica nel loro comune costa quasi come un’auto normale grazie agli incentivi. Le auto elettriche possono entrare senza pagare pedaggi fino al centro di Oslo e usufruire di 1300 punti di ricarica. Inoltre sotto l’antica fortezza, nel cuore della città, c’è il primo parcheggio al mondo solo per auto elettriche, gratuito e inclusivo di ricarica e comunque ogni abitazione di nuova costruzione ha la già sua ricarica, e nelle grandi stazioni di servizio all’ingresso di Oslo ci sono più punti di ricarica che stazioni di benzina. Per ottenere finanziamenti sono state tassate le auto più inquinanti, secondo il principio che ci inquina paga. Il risultato è che quest’anno più del 70% delle auto vendute sono elettriche e in 4 anni le persone che ad Oslo erano esposte ad aria inquinata da traffico sono passate da 200.000 a 10.000, con un rilevante risparmio sanitario per il semplice fatto che le persone si ammalano meno nell’aria pulita.

Baard Bredensen, biologo del comune di Oslo, dice che per proteggere la biodiversità e assicurare la produzione di cibo è stata creata la prima autostrada al mondo per le api. Il comune di Oslo ha realizzato una rete di 60 nuovi prati fioriti per permettere agli insetti impollinatori, che sono quelli più a rischio estinzione, di spostarsi liberamente in città e spazi urbani inutilizzati sono stati trasformati in grandi fattorie urbane gestite da un fattore comunale.

Terje Laskemoen, Capo Dipartimento Agenzia Ambiente Comune di Oslo, parla del ripristino del letto dei fiumi che erano stati interrati per far spazio all’edilizia, con un progetto che costa molto meno del costo dei danni di un’eventuale alluvione: nove milioni di euro.

Frederic Hauge, Fondatore - General Manager di Bellona, principale associazione ambientalista della Norvegia, da sempre si batte per lo stop all’estrazione di petrolio.




 
 
 

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